
Eventi e cultura
“Sogni, Segni, Radici”: il dialogo tra natura e memoria nell’arte di Maria Daloiso
La mostra personale dell’artista Maria Daloiso è stata allestita presso l’ex Palazzo di Città di Margherita di Savoia e sarà visitabile fino al 31 luglio
Margherita - venerdì 25 luglio 2025
14.48
Un percorso espositivo che intreccia tre grandi suggestioni: "Sogni, Segni, Radici". È questo il titolo della mostra personale dell'artista Maria Daloiso, esposta fino al 31 luglio presso l'ex Palazzo di Città a Margherita di Savoia.
La mostra, patrocinata dal comune di Margherita di Savoia, presenta una selezione di opere dell'artista, che vanno dal 2010 al 2025, in cui domina l'intersezione tra gesto pittorico ed elemento organico.
Foglie, terre ed elementi naturali si fondono con colori, tessiture e strati materici, evocando paesaggi interiori, memorie ancestrali e frammenti di sogno da una parte ed eventi realmente accaduti dall'altra. Anche dal punto di vista tecnico, si possono osservare tecniche miste, materiali naturali e tecniche più classiche come la pittura ad olio, che creano un dialogo profondo con l'identità, il luogo e il tempo.
«In questa mostra invito gli spettatori a rallentare - spiega l'artista Maria Daloiso - perché le opere non sono di immediata lettura ma richiedono tempo, attenzione e questo induce a soffermarsi e a stazionare davanti alle opere, in un'epoca in cui tutto scorre veloce. Un elemento centrale dell'esposizione è la melagrana, un frutto che ho iniziato ad esplorare per la sua estetica e per la sua ricca simbologia. Nella storia dell'arte, ad esempio, è presente nella "Madonna della Melagrana" di Botticelli, dove simboleggia la passione di Cristo. In generale, il frutto racchiude sia significati positivi come l'abbondanza, la ricchezza e la fertilità, sia legami con la sofferenza, evocando anche le ferite di alcuni popoli. L'altro aspetto affascinante è legato alla genesi di questo frutto: nata in India, si è poi diffusa nelle terre del Medio Oriente, dove il succo di melagrana è la bevanda più diffusa. In alcune nazioni come l'Armenia è diventata un simbolo legato sia alla rinascita che al ricordo del genocidio armeno per mano dei Turchi.
Inoltre, sono stata anche ispirata dal film "Il colore del melograno" di un regista armeno, che racconta la vita del poeta Sayat Nova, il quale, come San Francesco, abbandonò le ricchezze per la spiritualità. Da qui sono nati due quadri ispirati al film, realizzati con il succo di melagrana come medium pittorico, così come in altre opere, in cui ho approfondito i vari aspetti di questo frutto».
L'artista Maria Daloiso ha vissuto la sua infanzia a Margherita di Savoia ed oggi vive a Tuscania. Laureata in scenografia all'Accademia delle Belle Arti di Foggia, ha lavorato nel teatro dal 2005 al 2014, collaborando con la Fondazione Paolo Grassi e formandosi all'Accademia del Teatro alla Scala e di Brera. Insegna Arte dal 2009, e dal 2020 espone in mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Ha ricevuto riconoscimenti, come il Primo Premio alla rassegna "Premio Artemide". La sua ricerca artistica indaga il rapporto tra arte e natura.
«Nelle mie opere - prosegue l'artista - cerco di ascoltare la voce silenziosa della materia. I segni non sono solo tracciati visivi, ma tracce di vissuti, di radici che affondano nella mia storia personale e collettiva. Oltre al valore simbolico e formale della melagrana, usato sia come soggetto che medium artistico, si racconta anche la rinascita umana e della natura, attraverso l'utilizzo della cenere raccolta da un incendio boschivo avvenuto nel luglio del 2024 nel territorio dove attualmente vivo. Attraverso il collage e riferimenti naturali, ho provato a raccontare le vicende umane di alcuni personaggi. Al materiale specchiante ho affidato l'idea del "riflesso" come presa di coscienza , ad esempio nell'opera "Non volevo vedere" contro la violenza sulle donne. Lo specchiante come riflesso e contatto con le proprie radici e la propria memoria, un riflesso quasi magico, come l'effetto che mi suscita il mio paese attraverso i bacini del sale. In questa bellissima ed emozionante occasione di poter esporre le opere "a casa" per omaggiare la mia terra e i miei concittadini ho presentato tre nuovi lavori ispirati proprio a Margherita di Savoia».
La mostra, patrocinata dal comune di Margherita di Savoia, presenta una selezione di opere dell'artista, che vanno dal 2010 al 2025, in cui domina l'intersezione tra gesto pittorico ed elemento organico.
Foglie, terre ed elementi naturali si fondono con colori, tessiture e strati materici, evocando paesaggi interiori, memorie ancestrali e frammenti di sogno da una parte ed eventi realmente accaduti dall'altra. Anche dal punto di vista tecnico, si possono osservare tecniche miste, materiali naturali e tecniche più classiche come la pittura ad olio, che creano un dialogo profondo con l'identità, il luogo e il tempo.
«In questa mostra invito gli spettatori a rallentare - spiega l'artista Maria Daloiso - perché le opere non sono di immediata lettura ma richiedono tempo, attenzione e questo induce a soffermarsi e a stazionare davanti alle opere, in un'epoca in cui tutto scorre veloce. Un elemento centrale dell'esposizione è la melagrana, un frutto che ho iniziato ad esplorare per la sua estetica e per la sua ricca simbologia. Nella storia dell'arte, ad esempio, è presente nella "Madonna della Melagrana" di Botticelli, dove simboleggia la passione di Cristo. In generale, il frutto racchiude sia significati positivi come l'abbondanza, la ricchezza e la fertilità, sia legami con la sofferenza, evocando anche le ferite di alcuni popoli. L'altro aspetto affascinante è legato alla genesi di questo frutto: nata in India, si è poi diffusa nelle terre del Medio Oriente, dove il succo di melagrana è la bevanda più diffusa. In alcune nazioni come l'Armenia è diventata un simbolo legato sia alla rinascita che al ricordo del genocidio armeno per mano dei Turchi.
Inoltre, sono stata anche ispirata dal film "Il colore del melograno" di un regista armeno, che racconta la vita del poeta Sayat Nova, il quale, come San Francesco, abbandonò le ricchezze per la spiritualità. Da qui sono nati due quadri ispirati al film, realizzati con il succo di melagrana come medium pittorico, così come in altre opere, in cui ho approfondito i vari aspetti di questo frutto».
L'artista Maria Daloiso ha vissuto la sua infanzia a Margherita di Savoia ed oggi vive a Tuscania. Laureata in scenografia all'Accademia delle Belle Arti di Foggia, ha lavorato nel teatro dal 2005 al 2014, collaborando con la Fondazione Paolo Grassi e formandosi all'Accademia del Teatro alla Scala e di Brera. Insegna Arte dal 2009, e dal 2020 espone in mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Ha ricevuto riconoscimenti, come il Primo Premio alla rassegna "Premio Artemide". La sua ricerca artistica indaga il rapporto tra arte e natura.
«Nelle mie opere - prosegue l'artista - cerco di ascoltare la voce silenziosa della materia. I segni non sono solo tracciati visivi, ma tracce di vissuti, di radici che affondano nella mia storia personale e collettiva. Oltre al valore simbolico e formale della melagrana, usato sia come soggetto che medium artistico, si racconta anche la rinascita umana e della natura, attraverso l'utilizzo della cenere raccolta da un incendio boschivo avvenuto nel luglio del 2024 nel territorio dove attualmente vivo. Attraverso il collage e riferimenti naturali, ho provato a raccontare le vicende umane di alcuni personaggi. Al materiale specchiante ho affidato l'idea del "riflesso" come presa di coscienza , ad esempio nell'opera "Non volevo vedere" contro la violenza sulle donne. Lo specchiante come riflesso e contatto con le proprie radici e la propria memoria, un riflesso quasi magico, come l'effetto che mi suscita il mio paese attraverso i bacini del sale. In questa bellissima ed emozionante occasione di poter esporre le opere "a casa" per omaggiare la mia terra e i miei concittadini ho presentato tre nuovi lavori ispirati proprio a Margherita di Savoia».