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Territorio

No alla «Buona scuola» di Renzi

Protestano i professori per la riforma proposta dal governo

Protestare anche dopo la chiusura delle scuole. Un'azione ad oltranza ingaggiata dai lavoratori dell'istituto comprensivo di Margherita di Savoia, nell'intento di cambiare le carte in tavola distribuite dal Governo Renzi col DDL "La buona scuola". A quanto pare questa scuola di buono non ha molto da offrire, tanto da scatenare in tutta Italia, e quindi anche nella cittadina pugliese, un moto di protesta culminato con lo sciopero generale del 5 maggio che ha visto chiudere per l'occasione, in segno di protesta, la scuola elementare Papa Giovanni XXIII e la scuola media Giovanni Pascoli di Margherita di Savoia. Una vera azione di forza sta portando avanti il personale dell'istituto comprensivo salinaro, si potrebbe dire come una di quelle viste durante la Prima Repubblica, con tanto di forza e orgoglio. Infatti, «dopo aver spiegato le ragioni della propria contrarietà con una mozione del 18 maggio scorso, firmata da oltre cento lavoratori dell'istituto e dopo aver votato a maggioranza il blocco delle nuove adozioni dei libri di testo, le azioni di protesta sono proseguite anche attraverso la propaganda anti-PD e il relativo non voto al partito del Presidente del Consiglio, alle scorse elezioni regionali. E non solo. Il 9 e 10 giugno scorso si è provveduto anche allo sciopero degli scrutini che sono stati interamente rinviati». Questo ha affermato un esponente dei lavoratori impegnati a far sentire la propria voce, anche «aderendo ad un flash-mob su scala nazionale, denominato "Riprendiamoci le scuole". Gli insegnanti dell'Istituto comprensivo, al pari di migliaia di altri insegnanti in tutta Italia, hanno simbolicamente ripreso possesso della Scuola pubblica facendosi fotografare con uno striscione recante la scritta «No al DDL Scuola». Continua dicendo che «gli insegnanti non accettano la precarizzazione e la perdita di titolarità del posto di lavoro e rivendicano l'importanza di una scuola realmente pubblica. Per questo dichiarano di rigettare l'idea, prevista dal DDL, di delegare ai dirigenti aspetti cardine del contratto collettivo nazionale, quali la mobilità territoriale dei neoassunti e degli insegnanti di ruolo e il reclutamento del personale. Inammissibili sono, inoltre, le deleghe in bianco al Governo presenti nel DDL che azzerano ogni forma di contrattazione coi lavoratori su temi quali il potenziamento ulteriore dell'autonomia scolastica, la riscrittura del Testo Unico, la revisione degli Organi Collegiali, l'istruzione professionale, il reclutamento dei dirigenti». Continuando, vengono «contestati anche i metodi con cui il Governo ha deciso di procedere, propagandando un confronto con il mondo della Scuola che non c'è mai stato realmente, offendendo più volte pubblicamente la professionalità degli insegnanti e andando avanti nel progetto con una rapidità tanto devastante quanto inutile che ha azzerato ogni forma di discussione in Parlamento, finendo per sconfinare persino in tratti anticostituzionali. Infatti va ricordato a riguardo che la Commissione Affari Costituzionali del Senato si è pronunciata contrariamente sul DDL». Insomma, «i lavoratori dell'Istituto Comprensivo di Margherita di Savoia non paiono intenzionati a fermare le proteste sino a quando il DDL non sarà ritirato e si passi quindi a discutere di una riforma seria, progettata e realizzata ascoltando tutti i lavoratori della scuola, gli studenti e i cittadini. Una riforma da varare con i tempi necessari dopo un esame approfondito delle varie questioni, anche quelle pertinenti i criteri di valutazione del merito, poiché il problema non è mai stata la valutazione dei docenti in sé, come gli stessi docenti sostengono da tempo, quanto, piuttosto, le modalità in cui tale valutazione debba essere realizzata. La stabilizzazione dei precari andrebbe fatta a prescindere dalle sorti del DDL, anche perché c'è la sentenza della Corte Europea che prescrive l'assunzione di tutti quei docenti che hanno lavorato per almeno 36 mesi nella Scuola, semplicemente stralciando il capitolo e procedendo alle assunzioni».
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