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Cronaca

Foce fiume Ofanto, viaggio surreale in un parco naturalistico

Tronchi, rifiuti ed erosione, lo scenario. Nessuno interviene

Se non fosse per la segnaletica, difficilmente si capirebbe di camminare in un parco naturale. Sulla foce del fiume Ofanto sembra che qualcuno abbia allestito la scena di un film dell'orrore per poi smontare e portare via tutto. Ma, chiaramente, non è così e i rifiuti non sono l'unico problema. Infatti, basta guardare coi propri occhi per capire che sulla spiaggia, o meglio ciò che il mare non ha ancora eroso, c'è più legname che in un boschetto. Grossi tronchi, rami e canne che delle volte vengono anche utilizzati per accendere un fuocherello da chi, magari, va a pesca nel punto in cui il fiume incotra l'Adriatico. Insomma, non solo le trivelle nel territorio salinaro minacciano la fauna marina ma anche i pezzi di plastica, come delle vecchie tende, incagliati fra gli scogli.

E non è ancora finita. Sulla battigia sono state abbandonate delle cisterne per l'acqua potabile utilizzate per le casette in campagna e non si contano i flaconi di liquidi inquinanti, come il detersivo, ammucchiati sulla sabbia. Uno spettacolo che continua lungo tutta fascia che, a detta dei più anziani, viene mangiata giorno dopo giorno dal mare, senza che nessuna associazione del territorio lamenti la violenza fatta a un parco naturalistico che dovrebbe essere aperto alla visita delle scolaresche . Forse perché non è di moda.
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  • Foce Ofanto
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