Bernardo Lodispoto
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Politica

Ex asilo comunale di Via Africa Orientale, Lodispoto: "Il TAR ci ha dato ragione"

Il sindaco commenta le polemiche di associazioni locali sottolineando l'esito della sentenza del tribunale di Puglia

Il Sindaco di Margherita di Savoia, avv. Bernardo Lodispoto. tiene il punto in relazione alle polemiche scaturite con alcune associazioni locali a seguito della cessione dell'immobile ex asilo comunale di Via Africa Orientale c, in forza di una sentenza emanata nei giorni scorsi dal TAR Puglia, fa chiarezza sull'intera situazione.

"ln via preliminare - afferma - occorre premettere che i locali della scuola media ex plesso vecchio, cosi come la ex scuola elementare Distaso di Zona Punta Pagliaio e l'ex scuola materna di Via Africa Orientale sono stati inclusi nel piano di alienazione degli immobili, necessario a seguito della manovra di rientro finanziario che la nostra amministrazione ha ereditato da chi ci ha preceduto.

In particolare, i locali situati a piano terra dell'immobile di Via Africa Orientale erano stati occupati dal Centro di Riabilitazione Motoria Padre Pio, subentrato ad un contratto di locazione già esistente: al primo piano dello stesso immobile vi ero invece la sede di due associazioni: l'AVIS c gli Amici della Musica. Una volta approvato il piano delle alienazioni, e quindi avviata la procedura della vendita dell'immobile, ho avviato personalmente i contatti sia col rappresentante degli Amici della Musica, M° Ferdinando Dascoli, sia col presidente della sezione AVIS cittadina Giuseppe accorti in uno con il segretario provinciale della medesima associazione Vincenzo Dc Pietro, sia con l'amministratore dei Centri di Riabilitazione Motoria Padre Pio Stefano 'seppi.

A tutti costoro è stato proposto di individuare una soluzione alternativa. In particolare al dott. Iseppi, al fine di mantenere in loco le attività del Centro di Riabilitazione Motoria, è stata offerta la disponibilità delle ex scuole materne di Viale Kennedy o, in alternativa, di un altro immobile di proprietà privata da concedere in locazione ma entrambe le proposte sono state rigettate. Dopo circa un anno di colloqui, e nonostante la mia personale mediazione con la proprietaria dei locali, abbiamo appreso che non c'era e non c'è una reale volontà di mantenere la struttura nel nostro territorio da parte del dott. Iseppi, che ha addotto al riguardo motivazioni inconsistenti e totalmente infondate. Di tale incresciosa situazione sono a conoscenza i lavoratori del Centro e le organizzazioni sindacali».

«Nel frattempo - aggiunge il Sindaco - sono stati avviati contatti verbali anche con i rappresentanti di AVIS e Amici della Musica. Quest'ultima associazione pero, improvvisamente, ha interrotto i colloqui decidendo di proporre un'azione legale per esercitare il diritto di usucapione dell'immobile (di proprietà del Comune). Nei confronti dell'AVIS invece sono state avanzate due proposte: l'utilizzo dell'immobile ex Acquedotto, completamente ristrutturato, o la disponibilità dell'immobile sito in Via Ariosto 44 (primo piano, 80 metri quadri) a suo tempo confiscato alle mafie in forza della Legge 109.

In ogni caso entrambe le soluzioni sono da intendersi a carattere provvisorio in attesa della formalizzazione dell'accordo con la Guardia di Finanza per la cessione della caserma "Parente", dove è nostra intenzione — una volta acquisita la disponibilità dell'immobile — allocare le associazioni operanti sul territorio. Tuttavia i due rappresentanti, comunale e provinciale, dell'AVIS hanno rigettato la nostra proposta ed hanno notificato al Comune un ricorso, in qualità di locatario dell'immobile, finalizzato ad ottenere una declaratoria di nullità per vizio di legittimità della convenzione stipulata con la società IFE s.r.l., aggiudicataria dell'immobile venduto, nonché una richiesta di annullamento del permesso di costruire.

Sinceramente faccio fatica a comprendere la legittimità e la titolarità da parte dell'AVIS ad impugnare un permesso di costruire in una zona esposta al degrado, così come mi stupisce che una Onlus senza fini di lucro possa adire un ricorso in questi termini. In ogni caso la sentenza del TAR Puglia dello scorso 9 febbraio ha respinto il ricorso definendolo inammissibile non essendovi interesse a ricorrere. Non solo, ma nella sentenza il TAR Puglia ravvisa da parte della locale sezione AVIS un mancato accreditamento istituzionale dalla ASL BAT e l'assenza di una autorizzazione regionale all'esercizio per la raccolta di sangue, presupposto necessario per la validità del contratto di locazione a suo tempo stipulato col Comune.

Non presentando quei locali i requisiti strutturali e tecnologici per lo svolgimento di tale attività, ed in assenza delle autorizzazioni previste per legge, la sede non risulta accreditata ed è pertanto da ritenersi meramente una sede amministrativa. Ne consegue, dice testualmente la sentenza, che l'AVIS è da considerarsi alla stregua di un occupante senza titolo».

«Alla luce di questa sentenza — aggiunge il sindaco Lodispoto — sorgono spontanee alcune domande. Che interesse aveva l'AVIS ad interporre un'azione temeraria? Perché, oltre al ricorso al TAR, ha prospettato una eventuale azione giudiziaria penale nei confronti del Comune? Perché l'AVIS ha respinto le proposte alternative che sono state loro formulate, così come gli Amici della Musica? Ma soprattutto, perché l'immobile di Via Africa Orientale 36 non veniva utilizzato per le finalità per le quali era stato a suo tempo concesso ed invece è stato impiegato quale sede per le assemblee di un condominio di cui, guarda caso, fa parte il presidente della locale sezione AVIS? È solo un caso che ritroviamo i signori Zaccaro, De Pietro e Dascoli tra i promotori e i firmatari della petizione nei confronti del Comune per la gestione del Vecchio Municipio? La risposta, probabilmente, è sin troppo ovvia».

La conclusione del sindaco è amara: «Purtroppo devo constatare come a costoro, così come ad altri in questo paese, non interessa la crescita culturale, sociale ed economica di Margherita di Savoia; non interessa la riqualificazione delle aree esposte al degrado; non interessa un potenziamento delle forze di pubblica sicurezza operanti sul territorio; non interessa favorire investimenti che possano creare occupazione e nuovi posti di lavoro; non interessa promuovere la cultura; interessa solo contrastare questi progetti per motivi personali, combattere il cambiamento e conservare piccoli privilegi piuttosto che aiutare il nostro paese a crescere.

E si badi bene che stiamo parlando di due associazioni almeno formalmente senza scopo di lucro. Queste persone non si rendono conto che in questo modo non fanno un dispetto al sindaco ma danneggiano il loro paese. Concludo invitando chi non ha titolo ad occupare quegli immobili a liberarli al più presto, onde evitare una possibile richiesta di azione risarcitoria da parte di chi, su quei locali, ha fatto un importante investimento che potrà risultare utile per tutta la collettività salinara».
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