Fiaccolata. <span>Foto Giuseppe Capacchione</span>
Fiaccolata. Foto Giuseppe Capacchione
Cronaca

Una città intera prega per Nicola Pizzi e la sua famiglia

Don Matteo: «Condividiamo il dolore, basta giudizi sui social»

Solo lacrime e preghiera. Una città intera ha partecipato alla fiaccolata in ricordo di Nicola Pizzi, il 53enne ucciso a coltellate dalla ex moglie di 48 anni a Margherita di Savoia. Erano diverse migliaia le persone che lungo corso Vittorio Emanuele hanno recitato il rosario con una candela in mano come segno di vicinanza alla famiglia che ha voluto organizzare questo gesto alla memoria del proprio defunto. «È il momento del silenzio», ha affermato il parroco della chiesa matrice del Santissimo Salvatore don Matteo Martire. «Tocca agli organi competenti scoprire la verità, a Dio giudicare, a noi tacere soprattutto sui social e pregare», ha sottolineato il sacerdote. Dalla famiglia nessun commento, solo: «Grazie per la vostra vicinanza». Il dolore è ancora forte per lasciare spazio alle parole. Lo strazio di mamma Antonietta che non ha più un figlio, l'incredulità dei Antonio e Noemi che all'improvviso non hanno più un padre perso poi in quel modo, lo shock del fratello Nunzio socio di lavoro che, come ogni giorno, lo aveva da poco salutato magari dandosi appuntamento al pomeriggio per riparare una caldaia o fare consulenza a un cliente. Con la differenza che quel pomeriggio è stato maledetto. Nicola era molto conosciuto in città per via del suo lavoro di tecnico di impianti e caldaie, era proprietario di un'attività del settore gestita con il fratello Nunzio. «Un uomo educato, grande lavoratore, persona buona e gentile», lo ricordano così i salinari. La giornata del 27 agosto, in cui è avvenuto l'omicidio, resterà impressa nella storia di Margherita, mai prima d'ora si era verificato un episodio simile. «Bisogna condividere il dolore di questa famiglia che si è ritrovata senza il proprio congiunto attraverso questo omicidio – ha commentato il parroco -. Come credenti abbiamo il dovere di restare loro accanto con la preghiera. Non possiamo restare indifferenti. Facciamo silenzio e preghiamo. Basta pronunciare giudizi fuori luogo soprattutto sui social». Il corteo ha fatto tappa in via Frontino, la strada che costeggia il Torrione, luogo in cui è stato consumato l'omicidio. Davanti alla fioriera dove la vittima è caduta c'erano lumini e fiori. Come anche davanti alla porta della sua attività. La data dei funerali ancora non è stata stabilita. Nelle prossime ore verrà effettuata l'autopsia sul corpo della vittima disposta dal magistrato della Procura di Foggia Rossella Pensa titolare dell'inchiesta. A breve si saprà anche la data dell'udienza di convalida, l'accusa verso la ex moglie è di omicidio volontario.

L'episodio, lo ricordiamo, si è verificato nel primo pomeriggio, alle 14 circa. Alla base del gesto una lite, l'ennesima fra i due. Dalle indagini dei carabinieri è emerso che i dissapori alla base delle liti fra la vittima e la sua ex erano legati all'assegno di mantenimento e all'affidamento dei figli al momento della separazione avvenuta diversi anni fa, un ragazzo e una ragazza che adesso hanno rispettivamente 25 e 19 anni. Lo testimoniano anche i vicini di casa: «Litigavano spesso, ma mai erano arrivati a tanto». Quel pomeriggio del 27 agosto, però, è arrivato il triste epilogo: la donna ha afferrato un coltello da cucina e, pare sorprendendolo di spalle, lo ha ferito mortalmente alla gola con diverse coltellate lasciandolo quasi esamine per terra. Le cure del personale del 118 a nulla sono servite. Nicola dopo la separazione si era rifatto una vita con una nuova compagna. Adesso non restano che la preghiera e le lacrime. «Come dice Papa Francesco – ha concluso don Matteo - le lacrime sono gli occhiali per vedere meglio la gloria di Dio».
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