Lungomare
Lungomare
Vita di città

Intitolazione dal belvedere a Punto Pagliaio

In memoria di un giovane morto sul lavoro

Giovedì 8 agosto si svolgerà la cerimonia di intitolazione del belvedere sul lungomare Cristoforo Colombo, in direzione di via Forno Vecchio, a Savino Capacchione, ragazzo di 17 anni morto sul lavoro nel 2002.

- Alle ore 19.00 sarà celebrata la santa messa nella parrocchia della Beata Vergine Ausiliatrice (forse sul belvedere);

- Alle ore 19.30 si terrà la cerimonia di intitolazione del belvedere.

È stato stabilito con delibera di giunta comunale n. 71 del 5.4.2019 - Denominazione toponomastica "Savino Capacchione del Belvedere sul Lungomare Cristoforo Colombo altezza Via Forno Vecchio".

Il motivo dell'intitolazione a Savino Capacchione è per ricordare il dramma delle vittime degli incidenti sul lavoro, con particolare attenzione per i giovani e per sensibilizzare la collettività alla cultura della prevenzione necessaria per garantire il diritto alla salute ed alla sicurezza sui luoghi di lavoro e per mettere in atto misure che tutelino i giovani, in modo da ricevere incarichi adatti, oltre ad una formazione e una supervisione adeguate. Per promuovere una solida cultura della sicurezza e coinvolgere i giovani lavoratori o nelle questioni attinenti alla sicurezza, in modo da riuscire a sviluppare fin da subito un atteggiamento positivo nei confronti della prevenzione dei rischi per i giovani e a comprenderla, in modo da aiutarli ad essere permanentemente sicuri.

L'intitolazione del belvedere sarà il simbolo della sua eterna giovinezza, ma anche monito per le future generazioni e speranza di tutti affinché nessun altro minorenne sia vittima di una tragedia così grande

Savino Capacchione, nel periodo più critico della sua breve vita, quando la mamma aveva perso il lavoro e il suo anziano papà agricoltore non ricavava più nulla dalla terra, ha deciso a soli 16 anni di trovare lavoro per aiutare la famiglia e soprattutto per permettere a sua sorella, tanto brava a scuola, di iscriversi all'università.

Era bravissimo, volenteroso, e amato da tutti sul posto di lavoro che aveva trovato come carpentiere navale presso una ditta in zona porto canale. Il fatidico giorno dell'8/1/2002, a soli 17 anni Savino, partecipava alle operazioni di varo della sua prima barca, l'aveva vista costruire dal taglio dei tronchi ed era orgoglioso di quella grande imbarcazione.

Qualcosa però quel giorno non andò per il verso giusto, una delle cinghie non resse a dovere e la grande barca si spostò per colpire irrimediabilmente il giovanissimo e volenteroso carpentiere che sognava un giorno di essere tanto bravo da riuscire a lavorare nei famosi cantieri navali di Genova. Non è riuscito ad arrivare vivo all'Ospedale di Barletta, dove è stato trasportato in tutta fretta, quando è giunto al Pronto Soccorso , non respirava più.

Sin dalla sua tenera età Savino aveva dato dimostrazione del suo attaccamento ai valori della solidarietà e dell'amicizia, aiutando gli amici più deboli e stimolando il suo gruppo all'aiuto reciproco. Solare, creativo e con una predisposizione innata ai lavori manuali, riparava i vari giochi e biciclette e li regalava agli amici che ne avevano bisogno, a loro non faceva mai mancare il suo aiuto morale e materiale. Come non rinunciava ad aiutare gli anziani del vicinato dando prova della sua abilità con le piccole riparazioni. Pur vivendo in una famiglia umile e con scarse possibilità economiche, non gli è mai mancato il sorriso, l'amore, l'affetto e la voglia di vivere per e con gli altri. Sì vuole ricordarlo nella sua breve vita proprio per queste peculiari e particolari doti personali.
© 2001-2024 MargheritaViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
MargheritaViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.