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Territorio

Gli incendi devastano le colture agricole, Confagricoltura scrive al presidente Emiliano

Non è poca la preoccupazione

L'allarme lo ha lanciato nei giorni scorsi Confragricoltura Bari-Bat: incendi, non solo boschivi, colpiscono l'area metropolitana di Bari come anche la Murgia. Michele Lacenere, presidente dell'organizzazione, ha inviato una lettera all'Autorità prefettizia, al Presidente della Regione Puglia, ai Carabinieri forestali ed al commissario Arif.

«Gli incendi stanno mettendo a rischio le proprietà, i pascoli, il bestiame e le vite umane di quanti sono esposti in prima persona al rischio di quest'annosa calamità. In questi giorni il fuoco ha percorso centinaia di ettari di pascoli, con diversi focolai anche in aree boschive.

L'origine delle fiamme è presumibilmente di natura dolosa considerando che gli inneschi sono stati molteplici e contemporanei e il fuoco, favorito da condizioni climatiche di discreta ventosità, si è rapidamente propagato in aree vaste. In particolare nell'areale di Altamura, nei pressi del Pulo, contrada Mezzoprete, strada comunale esterna "Cassanese", una zona di grande pregio naturalistico ed ambientale, una delle "cartoline" più raffigurate della Murgia, a causa del grande caldo e del vento favorevole, le fiamme hanno distrutto importanti pezzi del paesaggio rurale causando gravi danni alla pastorizia, che da quei territori trae sostentamento.

La violenza delle fiamme ha messo sotto attacco l'agricoltura, le strutture agrituristiche, le aziende zootecniche in sintesi le attività che hanno in custodia e che manutengono con amore e cura il grande patrimonio ambientale e paesaggistico al ridosso del Parco dell'Alta Murgia. Nonostante la macchina antincendio abbia funzionato e gli interventi siano stati tempestivi sono andati in fumo centinaia di ettari delle nostre campagne».

Confagricoltura Bari ha chiesto «che si adoperino, congiuntamente, le forze dell'ordine per garantire un maggiore controllo del territorio, con l'ausilio di strumenti innovativi utili a combattere quei criminali che mettono a rischio la nostra agricoltura, la nostra economia, il nostro paesaggio. Chiediamo che la struttura regionale dell'Arif incrementi la presenza dei propri addetti nelle aree a rischio e che si adoperi affinché vengano rese possibili, anche nei terreni pietrosi della Murgia, quelle misure di salvaguardia preventiva che il singolo agricoltore non può adottare. Mi riferisco, in particolare, alla creazione di fasce frangifuoco, che dividano le grandi superfici a pascolo, da realizzarsi con lavorazioni specifiche sotto il controllo dei tecnici dell'Arif e in deroga ai divieti di lavorazione dei terreni saldi. Mi riferisco, anche, alla creazione di pool di esperti che possano mettere in atto delle tecniche di controfuoco, richiedenti alta professionalità ed esperienza» ha concluso Lacenere.

Ed anche il C.L.A.A (Comitato dei Liberi Agricoltori Andriesi) sottolinea la propria preoccupazione per i troppi fuochi appiccati da piromani. "Nel periodo estivo, con temperature molto elevate, i terreni incolti e i suoli abbandonati sono i primi a essere incendiati in modo improprio e con la conseguenza che tutte le colture confinanti vengono distrutte dalle fiamme alte che provengono da questi appezzamenti. Questi ultimi sono spesso utilizzati come scarico di rifiuti di ogni genere, quindi, quando viene appiccato un incendio, oltre a bruciare le erbe infestanti vengono bruciati anche tutti quei rifiuti provocando un inquinamento atmosferico estremamente dannoso per l'essere umano e gli animali".

Con gli incendi si distrugge tutta la flora e la fauna selvatica lì presente; infatti questi terreni sono utilizzati da uccelli e altri animali per la nidificazione.
Il consigliere del Comitato, il perito agrario Natale Francesco Zagaria sottolinea: "Nel periodo dal 15 giugno al 15 settembre, secondo una norma regionale del 2015, è dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi per tutte le aree boscate, cespugliate, arborate e a pascolo delle regioni, fatta salva la possibilità, in caso di necessità contingenti, di anticipare al 1 giugno e/o posticipare al 30 settembre lo stato di allertamento delle strutture operative. I proprietari e conduttori a qualsiasi titolo di superfici agricole e forestali sono tenuti a rispettare la buona pratica agricola nel rispetto delle norme europee, nazionali e regionali affinché non si creino condizioni favorevoli all'innesco e alla propagazione degli incendi e allo sviluppo di parassiti. I proprietari, gli affittuari e i conduttori, a qualsiasi titolo, di terreni incolti in stato di abbandono e/o a riposo e di colture arboree hanno l'obbligo di realizzare, entro il 31 maggio di ogni anno, fasce protettive o precese di larghezza non inferiore a 15 metri lungo tutto il perimetro del proprio fondo, prive di residui di vegetazione, in modo da evitare che un eventuale incendio, attraversando il fondo, possa propagarsi alle aree circostanti e/o confinanti. L'accensione e la bruciatura di residui di materiale vegetale derivante dall'attività agricola e forestale è vietata nel periodo compreso tra il 1° giugno e il 30 settembre. Nel restante periodo dal 1° ottobre al 31 maggio è possibile bruciare, sul sito di produzione, residui vegetali derivanti dall'attività agricola e forestale raggruppati in piccoli cumuli e non superiore a tre metri steri giornalieri a ettaro."

Ed il presidente Nicola Losito ha così concluso: "chiunque avvisti un incendio che interessi o minacci aree boscate, cespugliate, arborate e a pascolo comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate poste all'interno delle predette aree, è tenuto a darne immediata comunicazione alle competenti Autorità locali riferendo ogni utile elemento territoriale per la corretta localizzazione dell'evento".
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