
Eventi e cultura
Si è tenuta a Cerignola la conferenza con esperti sul Parco naturale dell’Ofanto
Presenti i massimi esponenti del campo e diversi esponenti politici
Margherita - lunedì 30 giugno 2025
12.32
Si è tenuto venerdì 27 giugno - a Cerignola - la conferenza "Il Parco naturale dell'Ofanto: legge n.27/2007 e ddl 572: lo stato dell'arte" con esperti e politici sul Parco naturale dell'Ofanto.
Comitato Organizzatore: prof. Sabino Aurelio Bufo, (Università degli Studi della Basilicata e Consorzio Pro-Ofanto), prof.ssa Anna Depalmas (Università degli Studi di Sassari e Società Scientifica Scuola archeologica italiana di Cartagine), prof.ssa Maria Luisa Marchi (Università degli Studi di Foggia), Michele Marino (Consorzio Pro-Ofanto), prof.ssa Laura Scrano (Università degli Studi della Basilicata).
Ha introdotto i lavori il professor Sabino Bufo (vicepresidente del Comitato tecnico scientifico del Consorzio pro Ofanto) che ha richiamato alcuni passi dell'interessante messaggio, inviato dal prof. Vito Uricchio, Commissario straordinario per la bonifica di Taranto, dirigente del CMR e membro del CTS consortile: "L'Ofanto è luogo di straordinaria bellezza, testimone silente di storia e natura e patrimonio inestimabile che abbiamo il dovere di custodire e valorizzare per le generazioni future, difendere la sua integrità idrogeologica, preservare la sua flora e fauna, garantire la biodiversità. Ma il Parco non è solo un luogo da proteggere, è anche un'opportunità straordinaria. Dobbiamo lavorare per la sua piena valorizzazione turistica. Fare in modo che il Parco diventi una meta di eco-turismo sostenibile significa investire sul futuro."
Quindi ha parlato in collegamento online l'assessore regionale all'Ambiente, Serena Triggiani, la quale ha garantito il proprio impegno affinché si approvi, finalmente, il Piano del Parco regionale del fiume Ofanto, gestito dalla Provincia BAT (il cui Presidente Lodispoto ha riferito con un messaggio al presidente Marino di essere impossibilitato). Ed ha espresso la sua condivisione sull'importanza del disegno di legge firmato dal senatore Damiani per l'istituzione del parco nazionale. Quest'ultimo ha illustrato le finalità e le motivazioni dell'Atto Senato n. 572 che è frutto di un tragitto durato diversi anni che hanno visto, in prima linea, l'impegno del Consorzio sviluppo sostenibile Valle dell'Ofanto e di Michele Marino - il suo presidente - in particolare.
Poi ha dato la notizia ufficiale dell'avvio delle consultazioni presso la Commissione VIII del Senato dalla prossima settimana, della convocazione del Consorzio pro Ofanto in data 2 luglio e che termineranno nel giro di una quindicina di giorni in modo che possa riprendersi l'esame del testo di legge.
Il parlamentare europeo, Francesco Ventola, è intervenuto ricordando la propria esperienza di past president della Provincia BAT, delegata dalla Regione alla gestione dell'Ente parco regionale dell'Ofanto, dotato di mezzi e risorse inadeguati a svolgere una funzione che è di prevenzione, promozione e valorizzazione, molto onerosa. Anch'egli ha sottolineato la valenza del progetto di legge di cui si auspica l'approvazione del Parlamento.
Il presidente del Consorzio Pro Ofanto, promotore dell'incontro, Michele Marino ha esordito ponendo l'accento sul CTS (organismo di consulenza culturale e supporto scientifico) che è presieduto dal prof. Antonio Uricchio e composto da personalità pugliesi, accademiche e professionistiche, tra cui i proff. Roberto Cipriani e Rino Caputo.
"Che dire, dopo l'ottima esposizione del nostro amico Uricchio e la relazione "tecnica" dell'arcitetto Iacoviello, sempre puntuale ed esaustiva, i fiumi - come le altre acque interne - sono finalmente oggetto d'interesse generale a differenza di 40 anni fa quando, arrivato a Roma fui coinvolto nell'ASSTRAI per la salvaguardia del Tevere e del Trasimeno; quella stessa associazione che per prima coniò il termine "sostenibilità" e che nel 2011 fu promotrice, insieme al Rotary Club locale, del Consorzio sviluppo sostenibile Valle dell'Ofanto.
I fiumi sono stati storicamente i confini naturali e politici a livello planetario tra nazioni o regioni e province, e l'Ofanto, il "fiume epico", rappresenta il confine tra quattro province e attraversa tre regioni, è il secondo fiume del Sud Italia, celebrato da millenni grazie all'erudizione di Tito Orazio Flacco, Livio e Virgilio, descritto mirabilmente dal barlettano De Nittis con immagini della campagna ofantina che sono ammirate in musei italiani e internazionali (ricordo pure la pinacoteca a palazzo Della Marra in Barletta).
Nota dolente: pur avendo una considerevole importanza storica – Battaglia di Canne del 216 a. C.-e geografica, attualmente non è sufficientemente conosciuto dagli stessi pugliesi (basta andare da Bari al Salento), perciò proponiamo un sondaggio demografico a cura della Regione Puglia, finalizzato ad informare i giovani attraverso gli istituti scolastici.
Altre considerazioni poco favorevoli:
- La suddivisione della valle in tre aree vaste con innumerevoli comuni di varie dimensioni e storie locali che vanno dal piccolo borgo – per lo più spopolato – al paese collinare o montanaro ed ancora le città tra i 50 e 80 mila abitanti, tutti con usanze, tradizioni e forma mentis molto differenti tra loro;
· La distinta appartenenza politica o a liste civiche, spesso ancorate ad un modello campanilistico e non cooperativistico, molto radicato, alquanto arcaico, atavico;
· La generica sottovalutazione o la lamentosa rinuncia al progetto di promozione e valorizzazione in un quadro di rete tra attori pubblici e privati, volto al marketing territoriale, allo sviluppo sostenibile ed al turismo lento, naturalistico e culturale
· La scarsa valenza di strumenti legislativi o di carattere istituzionale come il Patto Val d'Ofanto, sottoscritto una decina d'anni fa dai sindaci della valle presso la Prefettura di Avellino; il CIS, Contratto di sviluppo della BAT ed il Contratto di fiume Ofanto che ci ha visto protagonista per la salvaguardia e la promozione della ciclovia.
Nonostante ciò, possiamo affermare che il 'viaggio lungo l'Ofanto', che stiamo percorrendo da 14 anni, è stato molto impegnativo e un po' faticoso, ma appassionante. Senz'alcun dubbio si è riusciti ad allacciare buoni rapporti con gli enti e le associazioni locali in una rete che include l'alta Irpinia, la medioalta valle del Vulture ed il Tavoliere fino alle pendici delle Murge baresi ed alla foce. E senza enfasi retorica, né falsa immodestia siamo pronti ed attrezzati a "remare" ancora lungo le insidiose acque geopolitiche dell'Aufidus tauriformis involutus fino al raggiungimento dell'obiettivo primario di cui allo statuto consortile: l'approvazione legislativa dell'istituzione del parco nazionale del fiume Ofanto.
In questo momento di particolar impegno ci dà forza sia il numero cospicuo, sia la rilevanza dei nostri partner, nazionali e locali o regionali. Così come i nostri eventi, socioculturali e ambientali, sono stati patrocinati dal primo momento.
Il Parco nazionale dell'Ofanto sarà il terzo della Puglia, collocandosi a metà tra quello del Gargano e l'alta Murgia, e dotandosi di risorse umane, finanziarie e di sistemi di vigilanza al fine della prevenzione e della repressione dei reati di danno ambientale.
E' l'ora di passare davvero dalle parole – progettare, fare rete, sostenibilità, tutela, valorizzazione del territorio – ai fatti seguendo la migliore tradizione dei grandi politici, meridionalisti come Giustino Fortunato e Francesco S. Nitti, da noi onorati nel convegno di studi a Melfi (giugno 2011).
Questo è l'appello che il Consorzio pro Ofanto rivolge, con forza, ai politici presenti ed a tutte le istituzioni pubbliche, affinché una sana, salda e valida "lobby istituzionale" sia in grado di sostenere il progetto di legge che ci accomuna per l'istituzione del parco nazionale del fiume Ofanto e pervenire all'approvazione definitiva entro questa legislatura" – termina Marino.
Fondamentale anche l'intervento dell'architetto Iacoviello: esaustivo e chiaro sotto il profilo dell'analisi delle problematiche idrogeologiche, derivanti dal cambiamento climatico, ed anche dalla conformazione del fiume Ofanto che ha la caratteristica di tendere ad esondare nel periodo invernale e della siccità nei caldi mesi estivi. Ha inoltre condiviso sia l'urgenza dell'approvazione del Piano di parco regionale, sia della legge istitutiva del parco nazionale.
Al termine sono stati consegnati i Diplomi di benemerenza ai soci onorari: Domenico Dagnelli, (già assessore all'Ambiente del Comune di Cerignola); Frate Antonio Belpiede (uno dei fondatori del Consorzio pro Ofanto); Antonio Giannatempo (già sindaco, antesignano sostenitore della nascita del consorzio).
Comitato Organizzatore: prof. Sabino Aurelio Bufo, (Università degli Studi della Basilicata e Consorzio Pro-Ofanto), prof.ssa Anna Depalmas (Università degli Studi di Sassari e Società Scientifica Scuola archeologica italiana di Cartagine), prof.ssa Maria Luisa Marchi (Università degli Studi di Foggia), Michele Marino (Consorzio Pro-Ofanto), prof.ssa Laura Scrano (Università degli Studi della Basilicata).
Ha introdotto i lavori il professor Sabino Bufo (vicepresidente del Comitato tecnico scientifico del Consorzio pro Ofanto) che ha richiamato alcuni passi dell'interessante messaggio, inviato dal prof. Vito Uricchio, Commissario straordinario per la bonifica di Taranto, dirigente del CMR e membro del CTS consortile: "L'Ofanto è luogo di straordinaria bellezza, testimone silente di storia e natura e patrimonio inestimabile che abbiamo il dovere di custodire e valorizzare per le generazioni future, difendere la sua integrità idrogeologica, preservare la sua flora e fauna, garantire la biodiversità. Ma il Parco non è solo un luogo da proteggere, è anche un'opportunità straordinaria. Dobbiamo lavorare per la sua piena valorizzazione turistica. Fare in modo che il Parco diventi una meta di eco-turismo sostenibile significa investire sul futuro."
Quindi ha parlato in collegamento online l'assessore regionale all'Ambiente, Serena Triggiani, la quale ha garantito il proprio impegno affinché si approvi, finalmente, il Piano del Parco regionale del fiume Ofanto, gestito dalla Provincia BAT (il cui Presidente Lodispoto ha riferito con un messaggio al presidente Marino di essere impossibilitato). Ed ha espresso la sua condivisione sull'importanza del disegno di legge firmato dal senatore Damiani per l'istituzione del parco nazionale. Quest'ultimo ha illustrato le finalità e le motivazioni dell'Atto Senato n. 572 che è frutto di un tragitto durato diversi anni che hanno visto, in prima linea, l'impegno del Consorzio sviluppo sostenibile Valle dell'Ofanto e di Michele Marino - il suo presidente - in particolare.
Poi ha dato la notizia ufficiale dell'avvio delle consultazioni presso la Commissione VIII del Senato dalla prossima settimana, della convocazione del Consorzio pro Ofanto in data 2 luglio e che termineranno nel giro di una quindicina di giorni in modo che possa riprendersi l'esame del testo di legge.
Il parlamentare europeo, Francesco Ventola, è intervenuto ricordando la propria esperienza di past president della Provincia BAT, delegata dalla Regione alla gestione dell'Ente parco regionale dell'Ofanto, dotato di mezzi e risorse inadeguati a svolgere una funzione che è di prevenzione, promozione e valorizzazione, molto onerosa. Anch'egli ha sottolineato la valenza del progetto di legge di cui si auspica l'approvazione del Parlamento.
Il presidente del Consorzio Pro Ofanto, promotore dell'incontro, Michele Marino ha esordito ponendo l'accento sul CTS (organismo di consulenza culturale e supporto scientifico) che è presieduto dal prof. Antonio Uricchio e composto da personalità pugliesi, accademiche e professionistiche, tra cui i proff. Roberto Cipriani e Rino Caputo.
"Che dire, dopo l'ottima esposizione del nostro amico Uricchio e la relazione "tecnica" dell'arcitetto Iacoviello, sempre puntuale ed esaustiva, i fiumi - come le altre acque interne - sono finalmente oggetto d'interesse generale a differenza di 40 anni fa quando, arrivato a Roma fui coinvolto nell'ASSTRAI per la salvaguardia del Tevere e del Trasimeno; quella stessa associazione che per prima coniò il termine "sostenibilità" e che nel 2011 fu promotrice, insieme al Rotary Club locale, del Consorzio sviluppo sostenibile Valle dell'Ofanto.
I fiumi sono stati storicamente i confini naturali e politici a livello planetario tra nazioni o regioni e province, e l'Ofanto, il "fiume epico", rappresenta il confine tra quattro province e attraversa tre regioni, è il secondo fiume del Sud Italia, celebrato da millenni grazie all'erudizione di Tito Orazio Flacco, Livio e Virgilio, descritto mirabilmente dal barlettano De Nittis con immagini della campagna ofantina che sono ammirate in musei italiani e internazionali (ricordo pure la pinacoteca a palazzo Della Marra in Barletta).
Nota dolente: pur avendo una considerevole importanza storica – Battaglia di Canne del 216 a. C.-e geografica, attualmente non è sufficientemente conosciuto dagli stessi pugliesi (basta andare da Bari al Salento), perciò proponiamo un sondaggio demografico a cura della Regione Puglia, finalizzato ad informare i giovani attraverso gli istituti scolastici.
Altre considerazioni poco favorevoli:
- La suddivisione della valle in tre aree vaste con innumerevoli comuni di varie dimensioni e storie locali che vanno dal piccolo borgo – per lo più spopolato – al paese collinare o montanaro ed ancora le città tra i 50 e 80 mila abitanti, tutti con usanze, tradizioni e forma mentis molto differenti tra loro;
· La distinta appartenenza politica o a liste civiche, spesso ancorate ad un modello campanilistico e non cooperativistico, molto radicato, alquanto arcaico, atavico;
· La generica sottovalutazione o la lamentosa rinuncia al progetto di promozione e valorizzazione in un quadro di rete tra attori pubblici e privati, volto al marketing territoriale, allo sviluppo sostenibile ed al turismo lento, naturalistico e culturale
· La scarsa valenza di strumenti legislativi o di carattere istituzionale come il Patto Val d'Ofanto, sottoscritto una decina d'anni fa dai sindaci della valle presso la Prefettura di Avellino; il CIS, Contratto di sviluppo della BAT ed il Contratto di fiume Ofanto che ci ha visto protagonista per la salvaguardia e la promozione della ciclovia.
Nonostante ciò, possiamo affermare che il 'viaggio lungo l'Ofanto', che stiamo percorrendo da 14 anni, è stato molto impegnativo e un po' faticoso, ma appassionante. Senz'alcun dubbio si è riusciti ad allacciare buoni rapporti con gli enti e le associazioni locali in una rete che include l'alta Irpinia, la medioalta valle del Vulture ed il Tavoliere fino alle pendici delle Murge baresi ed alla foce. E senza enfasi retorica, né falsa immodestia siamo pronti ed attrezzati a "remare" ancora lungo le insidiose acque geopolitiche dell'Aufidus tauriformis involutus fino al raggiungimento dell'obiettivo primario di cui allo statuto consortile: l'approvazione legislativa dell'istituzione del parco nazionale del fiume Ofanto.
In questo momento di particolar impegno ci dà forza sia il numero cospicuo, sia la rilevanza dei nostri partner, nazionali e locali o regionali. Così come i nostri eventi, socioculturali e ambientali, sono stati patrocinati dal primo momento.
Il Parco nazionale dell'Ofanto sarà il terzo della Puglia, collocandosi a metà tra quello del Gargano e l'alta Murgia, e dotandosi di risorse umane, finanziarie e di sistemi di vigilanza al fine della prevenzione e della repressione dei reati di danno ambientale.
E' l'ora di passare davvero dalle parole – progettare, fare rete, sostenibilità, tutela, valorizzazione del territorio – ai fatti seguendo la migliore tradizione dei grandi politici, meridionalisti come Giustino Fortunato e Francesco S. Nitti, da noi onorati nel convegno di studi a Melfi (giugno 2011).
Questo è l'appello che il Consorzio pro Ofanto rivolge, con forza, ai politici presenti ed a tutte le istituzioni pubbliche, affinché una sana, salda e valida "lobby istituzionale" sia in grado di sostenere il progetto di legge che ci accomuna per l'istituzione del parco nazionale del fiume Ofanto e pervenire all'approvazione definitiva entro questa legislatura" – termina Marino.
Fondamentale anche l'intervento dell'architetto Iacoviello: esaustivo e chiaro sotto il profilo dell'analisi delle problematiche idrogeologiche, derivanti dal cambiamento climatico, ed anche dalla conformazione del fiume Ofanto che ha la caratteristica di tendere ad esondare nel periodo invernale e della siccità nei caldi mesi estivi. Ha inoltre condiviso sia l'urgenza dell'approvazione del Piano di parco regionale, sia della legge istitutiva del parco nazionale.
Al termine sono stati consegnati i Diplomi di benemerenza ai soci onorari: Domenico Dagnelli, (già assessore all'Ambiente del Comune di Cerignola); Frate Antonio Belpiede (uno dei fondatori del Consorzio pro Ofanto); Antonio Giannatempo (già sindaco, antesignano sostenitore della nascita del consorzio).