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"Il Mare in Tasca": una guida per la tutelare il Mediterraneo

Consigli eco-friendly per una maggiore protezione e consapeolezza

Dalla tutela delle nostre coste e degli animali che abitano il Mediterraneo alla scelta di creme solari eco- friendly e borracce plastic free: in occasione del Mediterraneo Day, ecco tre consigli e due curiosità per conoscerlo e proteggerlo con consapevolezza, perché è "Time to Resist", come ricorda la campagna di Greenpeace per continuare a difendere il Pianeta e le sue voci, anche di fronte ad attacchi sproporzionati.

17mila specie animali e vegetali ospitate in una superficie blu di circa 2.5 milioni di Kmq (pari a meno dell'1% dei mari del Pianeta) incastonata in tre Continenti: parliamo del "re" dei Mari, il Mar Mediterraneo. Un vero e proprio scrigno marino che conta l'8% delle specie mondiali: una goccia blu che vanta una ricchezza di biodiversità di circa 10 volte superiore alla media mondiale. Alla vigilia della Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo (8 luglio), Greenpeace Italia celebra la giornata con "Il Mare in Tasca", una guida pratica per conoscere il Mare Nostrum e proteggerlo con consapevolezza. Nel Vademecum, consigli e curiosità sul bacino marino, come per esempio la scelta delle creme solari; la differenza tra Oceano e Mar Mediterraneo; curiosità su abitanti del mare come la foca monaca, gli squali, i delfini e i capidogli, tra i mammiferi e pesci più a rischio.

IL SENSO DEGLI ITALIANI PER IL MARE NOSTRUM


Il messaggio è chiaro: il Mediterraneo è un mare piccolo che conserva un tesoro enorme da salvaguardare. Oltre un italiano su due (54,3%) sembra sensibile a questo tema e vede mari e oceani tra gli ecosistemi più a rischio, con un picco oltre media tra gli abitanti del Nord Ovest (60%) e sotto media tra quelli del Nord Est (48%). Secondo una ricerca condotta per Greenpeace da AstraRicerche, gli abitanti della penisola individuano come maggiori minacce l'inquinamento da plastica (39,8%) seguito dall'inquinamento atmosferico (36,1%) e dallo scioglimento delle calotte polari (30,3%); c'è poi chi punta il dito contro gli scarichi industriali, agricoli e domestici (26,9%) e gli sversamenti di petrolio (21,7%); il 18,1% denuncia il riscaldamento delle acque, seguito dall'acidificazione causata dalla CO2 (12,5%) e da una pesca eccessiva (10%). 1

Ma chi dovrebbe impegnarsi per salvare gli ecosistemi da tutte queste minacce? Certamente le organizzazioni non governative (27,1%) e quelle internazionali, dall'ONU al FMI (35,6%), ma soprattutto le istituzioni pubbliche (58,8%) e, al primo posto, ogni singolo cittadino (61,8%).

REPORT MARE CALDO 2024, PUGLIA ROVENTE: TREMITI E TORRE GUACETO OLTRE I +3°C


La regione pugliese ha mostrato impatti significativi del riscaldamento marino nel 2024. Nell'AMP Torre Guaceto sono state registrate ondate di calore con picchi di oltre 2,5°C sopra la media climatologica, mentre nell'AMP Isole Tremiti le variazioni massime di temperatura superficiale hanno raggiunto +3,06°C. Entrambe le aree marine protette hanno sperimentato ondate di calore sia durante la stagione estiva che invernale, confermando l'intensificazione dei fenomeni termici anomali lungo le coste pugliesi.

È quanto emerge dal Report Mare Caldo 2024 di Greenpeace Italia, che monitora da 5 anni gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità marina del Mediterraneo. Il monitoraggio è stato condotto in 12 stazioni distribuite lungo le coste italiane, in Puglia le aree coinvolte sono: le AMP delle Isole Tremiti e Torre Guaceto.
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