Saline ai francesi, i dubbi sul futuro dell'azienda

Ceduto il credito di Monte Paschi. Ora cosa accadrà?

sabato 24 agosto 2019 14.35
Ne hanno parlato i giornali nazionali più blasonati e i quotidiani specializzati. Il passaggio delle Saline di Margherita di Savoia nelle mani del colosso francese Salins era nell'aria da tempo.

Le formalità saranno espletate a fine settembre o agli inizi di ottobre ma i giochi ormai sono fatti. Salins si è infatti aggiudicata per 5,4 milioni la gara lanciata da Monte dei Paschi di Siena la gara con cui ha ceduto crediti per 16,7 milioni erogati a Salapia-Atisale. Crediti garantiti da fidejussioni e pegni sul 100% di azioni Atisale e sul 77,44% di azioni Salapia. Salins dunque acquisisce le saline non direttamente con quote ma rilevando il debito.

Salins du Midi controlla in Italia la CIS, la Compagnia Italiana Sali, che ha sede in provincia di Rovigo con una produzione annua di 230mila tonnellate di sale. La metà di quanto si produce a Margherita di Savoia.

Non solo, Salis du Midi ha impianti industriali, oltreché in Francia e in Italia, anche in Tunisia, Senegal e Spagna.

Con l'acquisizione delle saline di Margherita di Savoia, le più grandi d'Europa e seconde al mondo, Salis diventa così leader indiscusso a livello planetario nel mercato del sale.

Il passaggio Salis du Midi, oltre a rappresentare una grave perdita per l'industria italiana, preoccupa non poco i 160 lavoratori che sono impegnati nell'azienda di produzione e lavorazione del sale. Lavoratori che da tempo chiedono un piano industriale serio e che oggi lamentano uno scarso coinvolgimento persino delle sigle sindacali nell'operazione. Che il passaggio a Salis non sia una trappola? «Il silenzio del Mise e dell'Antitrust ci preoccupa» ci riferisce lontano dai riflettori uno dei dipendenti dell'azienda. Qual è il vero disegno sulle saline di Margherita?

Il dubbio era sorto anche al deputato di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che a fine del 2018 interrogò il ministro dello sviluppo economico circa la trattativa sull'acquisizione della salina di Margherita di Savoia.

Il timore evidenziato dal deputato di Sinistra Italiana è che l'azienda francese abbia l'obiettivo di «garantirsi l'approvvigionamento del prodotto effettuando poi le lavorazioni in altri stabilimenti più strategici da un punto di vista logistico, determinando così condizioni penalizzanti per lo stabilimento di Margherita di Savoia»

«Appare difficilmente immaginabile che a soli 10 anni dalla scadenza della concessione la nuova proprietà possa fare i necessari investimenti d'impianti di lavorazione e impacchettamento sul sito di Margherita di Savoia visto che Salins, attraverso la propria controllata CIS, dispone di impianti di nuovissima generazione in provincia di Rovigo» continuava Fratoianni nella sua interrogazione chiedendo a Di Maio lumi sulla scelta di optare per la cessione del credito ad una società straniera pur in presenza di soggetti italiani «con migliori credenziali».