La storia passa la mano ai bambini della scuola elementare

Diella: «Partire dai più piccoli per una società consapevole»

venerdì 22 gennaio 2016 12.21
A cura di Giuseppe Capacchione
Una stella sul petto non basta per distinguere un bambino ebreo da un altro, infatti è sufficiente togliere quel segno di riconoscimento e il gioco è fatto: fanciulli in carne e ossa con lo stesso desiderio di crescere e realizzare i propri sogni. Oggi la storia racconta che così non è stato e che molti di loro sono caduti vittima di un mondo costruito con le mani dei grandi. A Margherita di Savoia non si dimentica e foto, film e dialogo bastano a far comprendere ai bambini della scuola elementare Papa Giovanni XXIII che discriminare vuol dire anche emarginare i propri compagni di banco a causa di difetti fisici. «Per creare una società consapevole - afferma lo studioso Antonio Diella -, bisogna partire sempre dai piccoli per arrivare ai grandi. Al contrario non funziona. Oggi questi bambini hanno dimostrato di conoscere questa pagina storica, infatti erano preparati e hanno risposto correttamente. Sicuramente è merito dell'azione educativa degli insegnanti. Questo dimostra che la consapevolezza e l'attenzione verso la storia parte da chi insegna e non da chi, invece, ha il ruolo di imparare».

Allontanati da scuola, ad esempio quando nell'ottobre del 1938 gli alunni ebrei in Italia sono stati emarginati dagli stessi insegnanti per tenere fede alle leggi razziali entrate un vigore nello stesso anno, espulsi dai cinema e dai mezzi pubblici, sono alcuni degli elementi che costituiscono le teorie discriminatorie di ogni epoca storica, non solo naziste ma anche dell'Apartheid, che oggi si teme possano riemergere prepotentemente a causa di nuovi scontri culturali, senza dimenticare che le persecuzioni ebraiche sono nate proprio a causa di uno stato che ha voluto donare benessere ai propri cittadini, riuscendoci se si pensa ad esempio alla volks-wagen cioè auto del popolo, eliminando di conseguenza chi deteneva ricchezze e non abbracciava la cultura tedesca, cioè gli ebrei, pensando che tutti loro fossero ricchi e potenti.
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