«Il consiglio comunale non può trasformarsi in luogo dove sfogare frustrazione»

La nota del consigliere comunale Quarta di Azione

sabato 21 ottobre 2023 11.15
«È da poco terminato il Consiglio Comunale del 19 ottobre e purtroppo non tendono ad attenuarsi polemiche e strali inutili che hanno lo scopo di mortificare i temi trattati in consiglio» si legge nella nota diramata da Vittorio Emanuele Quarta, consigliere comunale di Azione.

«Ad aprire le danze della polemica vacua e priva di contenuti ci ha pensato il primo cittadino, che invece di rispondere nel merito delle mie osservazioni si è impegnato con urla ed un mix di temi nel solito tentativo di delegittimazione dell'azione di controllo amministrativo del sottoscritto, dichiarando di avermi segnalato al ministero (non è dato sapere quale) per le richieste di accesso ad atti (bontà sua) in osservanza dell'articolo 43 t.u.e.l. (che consente ai consiglieri comunali di "ottenere" tutte le notizie e le informazioni e gli atti utili all'espletamento del loro mandato) addirittura meravigliandosi che il sottoscritto potesse leggere tutti gli atti dell'albo pretorio e potesse frequentre gli uffici comunali con assidua frequenza. Sia chiaro tali parole non possono intimidire la mia azione politica ne tantomeno rallentare la mia azione di controllo di gestione amministrativa (anche con ritardi di consegna degli atti pari ad oltre 90 giorni in alcuni casi) ragion per cui per tali negligenze mi vedrò costretto a segnalare tali anomalie alle autorità competenti per verificare se sia in atto un tentativo di omissione o una volontà di limitare l'azione di controllo dei consiglieri comunali.

Ringrazio il Presidente del Consiglio Comunale per aver gestito e contenuto la foga di chi è abituato all'aggressione personale e ad opposizione acquiescente, i tempi cambiano e c'è la necessità di confronto serio sui temi posti.

A lui in quanto garante della democrazia in consiglio comunale chiedo di monitorare quanto segnalato dall'opposizione nella consapevolezza che saprà ben distinguersi da chi pensa che la casa comune sia la propria casa».