Vendere online da privato: come farlo senza Partita IVA

La possibilità di vendere e acquistare sul web, negli ultimi anni, ci ha cambiato la vita

lunedì 22 gennaio 2024
La possibilità di vendere e acquistare oggetti di ogni tipo online è un plus che, negli ultimi anni, ci ha cambiato la vita. Con una crescita che non si arresta dall'inizio del 2020 - come evidenziato dall'Osservatorio del consorzio Netcomm, nel 2023 il giro d'affari degli acquisti sul web ha superato, in Italia, i 54 miliardi di euro - il mondo degli acquisti in rete deve essere approcciato con buonsenso.

Questo vale non solo quando si opera in qualità di azienda o di libero professionista, ma anche quando si parla di privati. I privati, come ben sai, possono vendere online e sono soggetti ad alcune regole.

Devono innanzitutto focalizzarsi unicamente su prodotti autorizzati dalla legge (da evitare, per esempio, è la vendita di preziosi dei quali non si conosce con assoluta certezza la provenienza).

Naturalmente chi vende in privato è tenuto a descrivere fedelmente le condizioni e le caratteristiche degli articoli; inoltre – una volta conclusa la vendita – è importante imballarli in maniera adeguata, preferibilmente con materiali professionali (vedi un rotolo di cartone da imballaggio come questo) che ne garantiscano la giusta protezione, dato che le recensioni presenti nei marketplace impattano su eventuali vendite future.

Come bisogna muoversi, invece, lato burocrazia e fiscalità? Sono in molti a farsi questa domanda, presi soprattutto dal timore di dover per forza passare dagli adempimenti burocratici della Partita IVA.

Sebbene un'attività occasionale di vendita online non necessiti del possesso di una partita Iva, in alcuni casi potrebbe essere necessaria la sua apertura; in uno scenario simile, che includerebbe adempimenti burocratici ed esborsi economici (per dovere di cronaca segnaliamo che, come precisa l'esperto in materia Giampiero Teresi, le spese fisse di una partita Iva forfettaria sono inferiori rispetto alla partita Iva tradizionale), ovviamente andrebbe a decadere la condizione di vendita privata.

Nel momento in cui si ha intenzione di rimanere nei parametri di quest'ultima, è necessario considerare l'esistenza di tre criteri da soddisfare. Per parlare di vendita online tra privati, è obbligatorio che l'attività sia: Ricordiamo altresì che, se non si ha la Partita IVA, non è possibile aprire un e-commerce proprietario. Come consente di procedere la legge? Vediamolo assieme nelle prossime righe.

Vendite online tra privati senza Partita IVA: come farle?

La risposta alla domanda "Come vendere online senza Partita IVA?" è contenuta nei paragrafi precedenti di questo articolo, dove abbiamo citato i marketplace. Colossi come eBay, Facebook e Vinted, sito che ha cambiato, in pochi anni, il modo di approcciarsi all'abbigliamento usato, permettono di vendere in rete diverse tipologie di oggetti, vestiti e non solo, senza bisogno di aprire la Partita IVA, ma considerando come unico riferimento i criteri sopra menzionati.

A tal proposito, è bene ricordare, cosa che non tutti sanno, che su Amazon non è consentito vendere se non si ha la Partita IVA.

Basta, ribadiamo, che la transazione sia di carattere sporadico (se si mantiene questo carattere, non è necessario emettere fattura, né elettronica, né cartacea).

Per quanto riguarda gli eventuali proventi, la legge italiana obbliga a dichiararli nell'ambito dei redditi diversi.

Cosa succede quando si vende come imprenditore

Nel momento in cui, oltre al superamento della soglia dei 5000 euro annui di fatturato, accade che si vengono a perdere i criteri ricordati nelle righe precedenti, non si vende più come privato ma si esercita impresa e, oltre ad aprire la Partita IVA, è necessario compilare la SCIA, iscrivere la propria attività al Registro delle Imprese e formalizzare l'iscrizione alla cassa commercianti INPS.

Essenziale, inoltre, è scegliere il regime fiscale. Se ci si mantiene sotto una determinata soglia di fatturato, si può optare per il forfettario che prevede, oltre a spese fisse inferiori, anche una tenuta della contabilità più semplice.

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