La raccolta della "Maggiaiola" nella sabbia a Margherita di Savoia

L'andamento di mercato della cipolla bianca marchiata igp

venerdì 14 maggio 2021 11.20
A cura di Giuseppe Capacchione
Raccolta nella sabbia a mano, così come viene pianta. Una tradizione secolare tramandata di generazione in generazione. La cipolla bianca a Margherita di Savoia è un prodotto di eccellenza che acquista la sua bontà dal terreno in cui viene coltivata: una striscia di sabbia circondata dal mare Adriatico e dei bacini del sale, per questo marchiata dell'indicazione geografica protetta (igp). Nei campi da aprile a luglio è intenso il lavoro degli arenaiuoli impegnati con le quattro diverse qualità che la cipolla offre: aprilatica, maggiaiola, giugnaiola e lugliaiola. Prendono il nome a seconda del mese in cui vengono "sciuppat", come si dice da queste parti, cioè "raccolte" in dialetto salinaro. Questo è il tempo della maggiaiola. Diverse pezzature, piatta, dolce e profumata. «Quest'anno a causa del clima abbiamo avuto un ritardo nella raccolta», ha affermato Lorenzo Piazzolla giovane imprenditore agricolo. «Una condizione climatica anomala. Lunghi momenti di siccità alternati a brevi ma intese piogge che hanno solo stressato la pianta provocando una maturazione tardiva della coltura». Il consorzio per la valorizzazione della cipolla ha avviato il progetto Cipomar per la sua valorizzazione in chiave sostenibile. Ma non solo. «Ci sono due progetti importanti – ha continuato Piazzolla -. Uno è l'abbattimento delle emissioni di CO2, anidride carbonica, in fase di produzione; l'altro prevede lo studio delle qualità di acqua che dal cielo si riversano sul terreno in modo di fornire alla pianta la giusta risorsa idrica utile sia a non stressare la pronta che a non sprecare acqua con l'irrogazione».



Dalla produzione alla messa sul mercato. Il magazzino Frontino è uno dei più grandi dell'intero territorio, leader nel campo orticolo. «Abbiamo notato un calo nelle vendite rispetto agli anni scorsi – ha affermato Vincenzo Frontino, il titolare -. Può essere dovuto a un aspetto meramente economico legato alla pandemia e quindi minori risorse economiche immesse sul mercato. Però va sottolineato che grazie al marchio Igp siamo riusciti a crearci un nome sul mercato nazionale, infatti siamo presenti nei supermercati e negli ingrossi di tutta Italia». Per quanto riguarda i prezzi: «In campagna le cipolle vengono venute a 40 centesimi al chilo - ha continuato Frontino -. Siamo partiti da un prezzo di 50 centesimi alla metà di aprile. Con l'aumento della produzione è matematico che il prezzo cali. Speriamo che il prezzo non diminuisca ulteriormente per i produttori. Considerato che gli agenti atmosferici hanno creato non pochi problemi nei campi, fra cui la resa sensibilmente minore rispetto agli anni scorsi».