La comunità di Margherita di Savoia celebra la festa di San Carlo Acutis
Ieri mattina si è tenuta la Santa Messa presso la parrocchia di San Pio, seguita da una breve fiaccolata con Carlo Acutis per le vie del quartiere
lunedì 13 ottobre 2025
10.16
Un momento di fede, preghiera e condivisione in occasione della Festa di San Carlo Acutis, che è stata celebrata ieri, domenica 12 ottobre, con grande gioia dalla comunità di Margherita di Savoia.
«Nel Vangelo di questa domenica - spiega Don Michele Schiavone - Gesù guarisce dieci lebbrosi, ma ne salva uno solo. La guarigione fisica non basta, se non diventa gratitudine e fede. La salvezza, ci dice Gesù, è per chi sa tornare indietro e dire "Grazie". Questo Vangelo ci mette di fronte a una domanda fondamentale: siamo dei guariti o dei salvati? Solo il samaritano, lo straniero, che non aveva nulla di scontato, torna indietro. La sua gratitudine è l'atto di fede che completa la guarigione, trasformandola in salvezza. Qui entra in gioco la testimonianza di San Carlo Acutis. Carlo, il "cyber-apostolo dell'Eucaristia" ha fatto della gratitudine il centro della sua brevissima e intensa vita».
Ieri mattina, alle ore 10:30, è stata celebrata la Santa Messa presso la parrocchia di San Pio, seguita da una breve fiaccolata con Carlo Acutis per le vie del quartiere, accompagnata dalla banda di Margherita di Savoia.
Alle ore 17 presso la Villa Comunale si è svolta una festa per tutti i bambini con animazione, musica e tanto divertimento in collaborazione con Zuccherosa Animazione, Gonfiabili Giocolandia Smile, Dj Lele Procida ed Universo Latino.
«La gratitudine di Carlo Acutis - prosegue Don Michele - non era astratta. Si traduceva in carità, in uso dei suoi talenti (l'informatica) per evangelizzare e servire i più poveri. La vera gratitudine per il dono di Dio ci spinge fuori da noi stessi, come è successo al samaritano che è tornato indietro a lodare Dio ad alta voce. Chiediamo a San Carlo Acutis di insegnarci a non essere i nove guariti che si dimenticano, ma il solo salvato che torna indietro a dire "Grazie". Che l'Eucaristia sia davvero l'Autostrada per il Cielo, un incontro quotidiano, vivo e grato, con colui che ci ha amato e si è donato per la nostra salvezza. Quindi il messaggio che rivolgo alla comunità è di non utilizzare la preghiera solo per chiedere qualcosa a Dio senza poi fermarci a ringraziare, ma bisogna imparare a ringraziare il prossimo per il suo amore, la sua vicinanza, la sua amicizia e il suo sostegno».
«Nel Vangelo di questa domenica - spiega Don Michele Schiavone - Gesù guarisce dieci lebbrosi, ma ne salva uno solo. La guarigione fisica non basta, se non diventa gratitudine e fede. La salvezza, ci dice Gesù, è per chi sa tornare indietro e dire "Grazie". Questo Vangelo ci mette di fronte a una domanda fondamentale: siamo dei guariti o dei salvati? Solo il samaritano, lo straniero, che non aveva nulla di scontato, torna indietro. La sua gratitudine è l'atto di fede che completa la guarigione, trasformandola in salvezza. Qui entra in gioco la testimonianza di San Carlo Acutis. Carlo, il "cyber-apostolo dell'Eucaristia" ha fatto della gratitudine il centro della sua brevissima e intensa vita».
Ieri mattina, alle ore 10:30, è stata celebrata la Santa Messa presso la parrocchia di San Pio, seguita da una breve fiaccolata con Carlo Acutis per le vie del quartiere, accompagnata dalla banda di Margherita di Savoia.
Alle ore 17 presso la Villa Comunale si è svolta una festa per tutti i bambini con animazione, musica e tanto divertimento in collaborazione con Zuccherosa Animazione, Gonfiabili Giocolandia Smile, Dj Lele Procida ed Universo Latino.
«La gratitudine di Carlo Acutis - prosegue Don Michele - non era astratta. Si traduceva in carità, in uso dei suoi talenti (l'informatica) per evangelizzare e servire i più poveri. La vera gratitudine per il dono di Dio ci spinge fuori da noi stessi, come è successo al samaritano che è tornato indietro a lodare Dio ad alta voce. Chiediamo a San Carlo Acutis di insegnarci a non essere i nove guariti che si dimenticano, ma il solo salvato che torna indietro a dire "Grazie". Che l'Eucaristia sia davvero l'Autostrada per il Cielo, un incontro quotidiano, vivo e grato, con colui che ci ha amato e si è donato per la nostra salvezza. Quindi il messaggio che rivolgo alla comunità è di non utilizzare la preghiera solo per chiedere qualcosa a Dio senza poi fermarci a ringraziare, ma bisogna imparare a ringraziare il prossimo per il suo amore, la sua vicinanza, la sua amicizia e il suo sostegno».