Giugno da bollino rosso, Coldiretti: «Serve un piano invasi»

Produzione agricola in sofferenza a causa delle altissime temperature: stimato un calo del 40% della produzione di olive

venerdì 1 luglio 2022
Il grande caldo del mese di giugno e l'assenza di piogge stanno creando gravi disagi all'agricoltura pugliese: gli ulivi sono in stress idrico e non producono olive. È quanto emerge dalla nota di Coldiretti Puglia, che stima un calo del 40% della produzione di olive a causa delle temperature elevate (anche oltre i 43°C) durante il periodo della fioritura e la siccità, ma anche frutta e verdura di campo bruciate dal sole e i frequenti incendi. Oltre ai prodotti agricoli, anche gli animali nelle stalle stanno soffrendo il caldo – le mucche per lo stress delle alte temperature stanno producendo fino al 30% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali –.

«Le temperature altissime già da maggio stanno costringendo gli agricoltori all'irrigazione di soccorso con costi altissimi per il caro gasolio per tirare l'acqua dai pozzi per salvare gli olivi in sofferenza per la straordinaria ondata di caldo. Serve un piano invasi, con una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L'idea è di "costruire" senza uso di cemento per ridurre l'impatto l'ambientale bacini in equilibrio con i territori, che conservano l'acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all'industria e all'agricoltura» ha spiegato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La situazione attuale e le previsioni meteo per i prossimi giorni rendono ancor più evidente la necessità di avviare un piano nazionale per gli invasi che permetta la raccolta di acqua piovana – attualmente viene raccolta solo l'11% dell'acqua piovana e si potrebbe arrivare al 50% – per evitare situazioni di crisi idrica che in Puglia non sono di certo una novità.

«Per fare ciò è necessario che la questione sia trattata per quella che è, cioè una vera e propria emergenza nazionale, velocizzando le autorizzazioni burocratiche come fatto, ad esempio, per il caso del Ponte Morandi a Genova. Solo in questo caso sarà possibile dare una risposta concreta alla sofferenza di imprese e cittadini. La realizzazione di un'opera pubblica di importo superiore ai 10 milioni di euro, in Italia - ricorda Coldiretti Puglia su dati dell'ANBI - necessita mediamente di 11 anni, di cui 42 mesi per la progettazione, 60 mesi per la costruzione, 16 mesi per la gara d'appalto, 13 mesi per il collaudo» si legge nella nota.

Stando alle stime di Coldiretti, i costi di questa crisi idrica, considerando anche il caro dei carburanti, sarebbero superiori ai 100 milioni di euro solo per l'agricoltura pugliese che a causa di questi fattori non può più assicurare la produzione degli anni passati.