Agricoltura, il giove imprenditore che coltiva cotone sulla sabbia
Piazzolla: "Ripreso una tradizione di circa un secolo fa"
mercoledì 2 ottobre 2019
11.51
Una tradizione lunga quasi un secolo. Per l'esattezza sono passati 70 anni da quando si piantava il cotone a Margherita di Savoia. La cittadina della provincia di Barletta-Andria-Trani è conosciuta nel campo alimentare per le coltivazioni di patate a pasta gialla, carote e per la cipolla a marchio igp, prodotti ricercati sul mercato perché gustosi e ricchi si sali minerali donati alle piante dell'influenza del mare Adriatico e delle saline che circondano i campi. Un giovane agricoltore del posto, Lorenzo Piazzolla, ha scommesso su un'antica usanza sulle orme di suo nonno, riportando alle luce un'attività che fino al secolo scorso ha rapprsenetato una delle maggiori fonti di sostentamento per le famiglie salinare. "Il cotone – ha affermato l'agricoltore – è una pianta originaria dell'India e del Sud America. Fa parte della famiglia delle malvacee, da noi la più conosciuta è la malva per le tisane. Scavando nei ricordi ho scoperto che fino al secondo dopoguerra sul territorio una delle fonti di sostentamento delle famiglie era proprio la produzione di cotone. Ho pensato che sarebbe stato bello consegnare alle nuove generazioni un pezzo della nostra storia. Così ho piantato qualche seme nei miei arenili".
In realtà si tratta di un esperimento fatto su un campo lasciato a riposo dopo la raccolta, secondo il candelario all'agricoltura. "Rispetto alle colture tradizionali – ha continuato Piazzolla -, il cotone è più semplice da coltivare. Non necessita di concime o altre sostanze per crescere. La particolarità è data dal ciclo produttivo della pianta. Sulle cimature, che si sviluppano anche fino a 1 metro e 80 centimetri di altezza, spuntano dei fiori bianchi o rosa che poi cadono per lasciare spazio a un bocciolo detto "la noce", per via della sua forma, in dialetto salinaro. Come d'incanto questa "noce" si schiude ed esce un batuffolo bianco come l'ovatta. All'interno ci sono i semini che posso essere utilizzati per avviare uno ciclico vegetativo". Dal racconto dei più anzi, di chi ha vissuto gli anni d'oro del commercio del cotone in Italia, è possibile apprendere quanto fosse bello osservare le distese di campi di cotone in fiore e sullo sfondo lo scenario della Salina più grande d'Europa. "Produrre cotone a Margherita di Savoia non è redditizio – ha concluso l'imprenditore -. Nelle zone del Sud America c'è una coltivazione molto più grande e avanzata, una raccolta con macchinari e soprattutto una manodopera a basso costo. Noi non reggeremmo la concorrenza, per questo i nostri nonni smisero di coltivarlo".
In realtà si tratta di un esperimento fatto su un campo lasciato a riposo dopo la raccolta, secondo il candelario all'agricoltura. "Rispetto alle colture tradizionali – ha continuato Piazzolla -, il cotone è più semplice da coltivare. Non necessita di concime o altre sostanze per crescere. La particolarità è data dal ciclo produttivo della pianta. Sulle cimature, che si sviluppano anche fino a 1 metro e 80 centimetri di altezza, spuntano dei fiori bianchi o rosa che poi cadono per lasciare spazio a un bocciolo detto "la noce", per via della sua forma, in dialetto salinaro. Come d'incanto questa "noce" si schiude ed esce un batuffolo bianco come l'ovatta. All'interno ci sono i semini che posso essere utilizzati per avviare uno ciclico vegetativo". Dal racconto dei più anzi, di chi ha vissuto gli anni d'oro del commercio del cotone in Italia, è possibile apprendere quanto fosse bello osservare le distese di campi di cotone in fiore e sullo sfondo lo scenario della Salina più grande d'Europa. "Produrre cotone a Margherita di Savoia non è redditizio – ha concluso l'imprenditore -. Nelle zone del Sud America c'è una coltivazione molto più grande e avanzata, una raccolta con macchinari e soprattutto una manodopera a basso costo. Noi non reggeremmo la concorrenza, per questo i nostri nonni smisero di coltivarlo".