Bambini in spiaggia
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Margherita di Savoia, le lamentele dei turisti: «In alcuni lidi vietano di portare la borsa frigo in spiaggia»

La situazione, comune in diverse località turistiche dell'Adriatico e non solo, è al centro delle polemiche

La stagione balneare è appena cominciata e già si intravedono argomenti di discussione e polemiche da parte dei turisti e dei pendolari che scelgono Margherita di Savoia come meta delle proprie vacanze o giornate al mare.

A parte il caro-ombrellone (ossia l'aumento dei prezzi per chi affitta un ombrellone in spiaggia, che però sembra essere diffuso in altre zone della Puglia e anche altrove), c'è un'altra questione che crea imbarazzo e disagio ai turisti della nota località balneare delle Saline.

Pare che in alcuni stabilimenti balneari, situati tra Margherita di Savoia e la vicina Zapponeta, sia diffusa l'abitudine, da parte dei gestori, di vietare ai clienti di portare la borsa frigo con acqua e vivande in spiaggia.

Alcuni di questi hanno motivato il divieto con un laconico quanto "innocente": «Se non facciamo così non vendiamo nulla al bar».

Molti turisti, soprattutto famiglie e genitori di bambini piccoli, si sentono piccati da un divieto che - a dir la verità - cozza con il principio dell'accoglienza e dell'ospitalità.

«Mio figlio è piccolo, e nella borsa frigo, oltre all'acqua che con questo caldo non è mai abbastanza, ci metto merendine, frutta e tutto quello che può servire durante una lunga giornata al mare» dichiara una giovane mamma che, all'ingresso dello stabilimento, stenta a credere a ciò che il gestore gli sta dicendo.

A differenza di ciò che sta accadendo in questi primi giorni di mare a Margherita di Savoia, a Bacoli (Napoli) il Sindaco ha preso posizione ufficialmente, vietando perquisizioni e divieti nei confronti dei turisti che desiderano portare in spiaggia la tradizionale, intramontabile borsa frigo. Ad ogni proprietario di stabilimento balneare che non desiste da tale comportamento il primo cittadino spedisce a casa una bella diffida.

Ecco le sue parole sull'argomento.

«Trovo intollerabile vietare l'ingresso in spiaggia di bottiglie d'acqua. Trovo intollerabile perquisire, all'ingresso dei lidi balneari, le borse frigo delle famiglie per impedire l'accesso ai lettini di panini preparati da casa.

A Bacoli questi scempi devono finire. Sono comportamenti che offendono la nostra terra, la nostra comunità. E che danno il segnale di una convinzione, errata. Sia chiaro. Chi gestisce uno stabilimento balneare non è il padrone. Non è proprietario di nulla. È il concessionario di un bene demaniale. Perché la spiaggia è di tutti. Perché il mare è di tutti. I beni demaniali sono beni di tutti (…).

Io ho rispetto per chi paga le tasse. Ho rispetto per chi garantisce contratti regolari ai lavoratori. Ho rispetto per chi assicura la tutela dei più basilari diritti dei bagnanti. Poi esiste chi pensa di aver comprato, con quattro soldi, la sabbia. Poi esiste chi tratta i lavoratori come schiavi. Chi li umilia, chi li sottopaga. Poi esiste chi incassa, senza pagare i tributi locali. E chi è giunto al punto da sentirsi proprietario. Tanto da arrogarsi il diritto di vietare l'ingresso in spiaggia di una bottiglia d'acqua. Con tanto di perquisizioni all'ingresso. È paradossale.

Questa categoria di prenditori di beni pubblici non è gradita a Bacoli. Dovete togliere il disturbo (…).

Perché i beni demaniali sono beni di tutti. Gestirli, deve rappresentare un grande onore. È finita l'epoca dei prenditori, nel nostro Paese. È finita un'epoca nefasta. Basta. Voltiamo pagina. Un passo alla volta».

E comunque, visto che l'abitudine potrebbe essere più diffusa di quel che si pensi, una soluzione c'è: scegliere lidi e stabilimenti balneari che non seguono questa tendenza.
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